Da dove ripartire per uscire dalla distopia?
Che alternative esistono ad una tecnologia controllante e discriminatoria? Come riuscire a pensare un futuro di speranza?
Il dibattito intorno all’innovazione e alla tecnologia digitale si cristallizza spesso su posizioni dicotomiche: da una parte, c’è chi la celebra come una forza salvifica, mentre dall’altra c’è chi la teme come potenza distruttiva. Eppure, sebbene l’innovazione digitale porti sicuramente con sé una serie di dubbi, rischi ed evidenti problemi di oppressione e discriminazione, essa potrebbe essere ancora terreno di speranze, di utopie e di ripartenze.
Come riprenderci la tecnologia? Come rendere politico il dibattito intorno allo strumento tecnologico? In che modo il linguaggio può essere uno strumento per pensare a futuri diversi? Guardando in modo critico le posizioni tecnosoluzioniste portate avanti dal tecno-utopismo (si veda l’Ideologia Californiana), l’incontro si prefigge di analizzare alcune esperienze concrete e sperimentate dal basso in ambito tecnologico che possano costituirsi come fertili alternative allo status quo.
Concetti come cura, equità, responsabilità, diritti umani, collettività e sovranità digitale devono necessariamente essere messi al centro della rivoluzione tecnologica per poter cambiare direzione e promuovere la giustizia digitale.
Che tipo di futuri digitali riusciamo ad immaginarci? Quale altra tecnologia è possibile? Quali sono le pratiche ed esperienze in atto che possono fungere da esempi reali di alternative tecnologiche? Che alleanze vanno forgiate e sostenute?
Intervengono Lilia Giugni, Vera Gheno con la partecipazione di Francesco Sani per UNA – Aziende della Comunicazione unite
In collaborazione con Libreria Erasmus